Il romanzo di formazione, o Bildungsroman secondo la sua accezione tedesca, ha rappresentato per secoli uno dei generi più significativi per esplorare il percorso di crescita e maturazione di un individuo. Nato nel Settecento con opere come il Wilhelm Meister di Goethe, esso narrava tipicamente il viaggio di un giovane protagonista che, attraverso esperienze, errori e incontri, giunge a una forma di integrazione armonica nella società e a una piena consapevolezza di sé. Il Novecento, tuttavia, pur non abbandonando il genere, lo ha profondamente ridefinito, interrogando criticamente le sue premesse ottimistiche e le sue conclusioni rassicuranti.
Il XX secolo, segnato da due guerre mondiali, totalitarismi, rivoluzioni scientifiche e l’emergere della psicanalisi, ha destabilizzato la fiducia nel progresso, nella ragione e nell’idea di un’identità unitaria e stabile. Queste trasformazioni hanno avuto un impatto decisivo sul romanzo di formazione, portandolo a deviare dal suo schema classico in modi complessi e non banali.
Le Mutazioni del Bildungsroman nel Novecento
- La Crisi dell’Identità e la Frammentazione del Soggetto: Se il Bildungsroman tradizionale culminava nella scoperta di un’identità coerente e integrata, il Novecento ha messo in discussione questa possibilità. La psicanalisi freudiana ha rivelato l’esistenza di un inconscio irrazionale che mina la volontà cosciente, mentre le avanguardie artistiche hanno celebrato la frammentazione e la molteplicità. I protagonisti dei romanzi di formazione novecenteschi spesso non raggiungono una sintesi armoniosa; al contrario, la loro “formazione” può essere un processo di disintegrazione, di scoperta dell’alienazione, o di accettazione di una pluralità di “io”.
- Esempi: Il Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline mostra una formazione al rovescio, dove il protagonista, Ferdinand Bardamu, attraversa esperienze che lo portano a una disillusione radicale e a una crescente misantropia, senza alcuna redenzione o integrazione. Anche L’uomo senza qualità di Robert Musil, pur essendo un Bildungsroman incompiuto, descrive l’impossibilità per Ulrich di trovare un’identità definita in una società “senza qualità”, che riflette la crisi dei valori del mondo asburgico.
- La Formazione come Disillusione o Alienazione: Il percorso del protagonista non porta più necessariamente alla felicità o al successo sociale. Spesso, la “formazione” consiste nella presa di coscienza dell’assurdità dell’esistenza, dell’ineluttabilità della solitudine, o dell’impossibilità di realizzare i propri ideali in un mondo ostile. La maturità può coincidere con la disillusione o con la rassegnazione.
- Esempi: Opere di Albert Camus (Lo straniero) o Franz Kafka (Il processo, Il Castello) presentano personaggi che, pur subendo un processo di “formazione” (spesso attraverso l’incontro con un sistema illogico o oppressivo), giungono a una consapevolezza dell’assurdità o dell’impossibilità di comprendere la realtà, senza alcuna integrazione positiva. In Italia, Gli indifferenti di Alberto Moravia offre un esempio di giovani borghesi che non riescono a trovare un senso o una direzione, rimanendo bloccati nell’apatia e nella mancanza di autenticità.
- Il Contesto Storico come Agente Deformante (o Riformante): Le grandi tragedie del Novecento (guerre, totalitarismi, rivoluzioni) non sono solo sfondo, ma diventano forze attive che plasmano – e spesso deformano – l’individuo. La formazione non è più solo un processo intimo, ma è violentemente influenzata da eventi esterni di portata storica. L’esperienza della guerra, in particolare, ha generato un’intera letteratura di “anti-formazione”, in cui i giovani perdono l’innocenza e la fede nel progresso.
- Esempi: I romanzi della Grande Guerra, come Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque, mostrano giovani che, anziché formarsi, vengono distrutti o brutalizzati dall’esperienza bellica. In Italia, le opere sulla Resistenza o sul Fascismo (pur non essendo strettamente Bildungsroman nel senso classico) possono contenere elementi di formazione di un’identità politica o morale attraverso la lotta e il confronto con eventi storici decisivi, come in alcune opere di Italo Calvino o Cesare Pavese.
- La Soggettività Estrema e l’Anti-Eroe: Il focus si sposta sempre più sulla psiche del protagonista, spesso con una tendenza all’introspezione esasperata o alla rappresentazione di figure “minori”, marginali, o apertamente anti-eroiche. La “formazione” non è più il raggiungimento di un ideale borghese, ma la scoperta di una propria, unica e spesso tormentata, individualità.
- Esempi: I romanzi di Virginia Woolf o Marcel Proust, pur non essendo Bildungsroman in senso stretto, esplorano la formazione della coscienza attraverso flussi di pensiero, memoria e percezioni soggettive, mostrando come l’identità sia un costrutto fragile e in continua evoluzione.
- L’Epifania e il Momento di Rivelazione (piuttosto che il Processo Continuo): In alcuni casi, la formazione non è più un lungo percorso lineare, ma si concentra su momenti di rivelazione improvvisa, le “epifanie” joyciane, che squarciano il velo dell’ordinario e rivelano un senso (o un’assenza di senso) in modo fulminante. La crescita non è un accumulo, ma un’illuminazione momentanea.
Il Romanzo di Formazione Italiano nel Novecento
In Italia, il Bildungsroman ha avuto un percorso peculiare, spesso intrecciandosi con le vicende storiche e sociali del paese:
- Le Prime Trasformazioni: Già autori come Luigi Pirandello con Il fu Mattia Pascal (1904) mostrano una disillusione rispetto alla possibilità di una formazione autentica: il protagonista tenta di costruirsi una nuova identità, ma fallisce miseramente, scoprendo l’illusorietà delle maschere sociali e l’impossibilità di sfuggire alla propria condizione.
- La Scrittura di Crescita e Crisi: Nel dopoguerra, molti autori hanno esplorato la formazione attraverso il trauma e la ricostruzione. Italo Calvino con Il sentiero dei nidi di ragno (1947), pur essendo un romanzo sulla Resistenza, può essere letto come una forma di Bildungsroman distorto, dove il giovane Pin cresce in un mondo di violenza e ambiguità, senza un vero modello eroico.
- La Crisi esistenziale: Cesare Pavese in opere come La luna e i falò (1950) presenta un protagonista che, tornato alle sue radici dopo l’esperienza americana, cerca un senso di appartenenza e identità, ma trova solo distruzione e disillusione, in un percorso che è più di presa di coscienza della perdita che di integrazione.
- Il Romanzo come Metafora della Società: Più avanti nel secolo, la formazione del singolo si riflette sempre più nella crisi della società. Romanzi che esplorano le dinamiche familiari, sociali o politiche (ad esempio, certa narrativa degli anni ’60 e ’70) possono essere letti come Bildungsroman collettivi, in cui la società stessa è il soggetto “in formazione” o in crisi.
Oltre il Novecento: L’Eredità nel Contemporaneo
L’eredità del Bildungsroman novecentesco è ancora evidente nella narrativa contemporanea. Spesso, si assiste a una maggiore sperimentazione formale, a una commistione di generi, e a una continua riflessione sull’identità in un mondo globalizzato e digitale. I romanzi di formazione oggi possono esplorare identità fluide, questioni di genere, o la formazione in contesti multiculturali, mantenendo l’interrogativo centrale: come si diventa ciò che si è (o non si è) in un’epoca di incertezza?
In conclusione, il romanzo di formazione nel Novecento si è allontanato dalle certezze del suo predecessore per abbracciare la complessità, la frammentazione e spesso la disillusione. Ha trasformato il percorso lineare di crescita in un labirinto di interrogativi, riflettendo le profonde crisi esistenziali e sociali del secolo. L’armonia finale è stata spesso sostituita dalla consapevolezza della precarietà, ma proprio in questa onestà intellettuale risiede la sua forza e la sua duratura pertinenza.
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Gianmario