Dark Fantasy: analisi del lato oscuro della narrativa del fantastico (pt1)

Mostri, personaggi machiavellici, ambientazioni cupe e trame intricate da togliere il sogno. Una piccola guida al genere letterario che amo come milioni di lettori di tutto il mondo.

Senza alcun dubbio la letteratura fantasy da diversi anni veste un ruolo da protagonista sul palcoscenico dell’editoria mondiale. È stato declinato in ogni forma con lo scopo di soddisfare i palati più esigenti e, purtroppo, anche sfruttato per mascherare opere dalle tematiche davvero poco attinenti alla natura originaria del genere, con l’unico scopo di rendere appetibili storie che altrimenti non avrebbero destato il medesimo interesse.

Ma questo non è il momento per parlare in maniera approfondita di tutto il mondo letterario fantastico, ma del suo figlio più oscuro e tenebroso, dalle ossa cesellate e il sangue nero quanto l’inchiostro: il Dark Fantasy.

Chi ha inventato il Dark Fantasy?

Esistono diverse ipotesi sulla genitorialità del genere, quella più accreditata vede indicata l’autrice e giornalista statunitense Gertrude Barrows Bennett (1883-1948) come creatrice del dark fantasy. Reperire le sue opere è stata un’impresa ardua, ma dalla loro lettura recente posso confermare che sotto diversi punti di vista, lei è stata la prima autrice a spingersi “oltre” i limiti di tensione narrativa ed elegante crudezza impostati da E.A. Poe restando nell’ambito della letteratura moderna. Una tipologia di narrazione che diverrà poi il “marchio di fabbrica” di H. P. Lovecraft e altri autori come  Robert E. Howard e Robert William Chambers.

Ragionando sulla questione e volendo essere quanto più possibile intellettualmente onesto, sono giunto ad una conclusione abbastanza diversa sull’assegnazione della genitorialità: riconoscendo alla Bennett la genesi del dark fantasy moderno ma non come genitore assoluto.

Sono giunto a questa conclusione analizzando in maniera approfondita il genere fantastico e i suoi progenitori: i miti arcaici, la mitologia celtica, greca e romana e i suoi discendenti diretti, ovvero i poemi medievali e rinascimentali.

Tutti i progenitori posseggono sfumature dark di differenti intensità, ma tutte trattano tematiche, cupe, crudeli e inquietanti (morte, aldilà, male, demoni, incanto, tradimenti e creature ancestrali), che mettono alla prova il protagonista o i protagonisti presenti nelle vicende narrate.

Esempi lampanti sono opere come “Vite parallele” di Plutarco, la vicenda di Atenodoro Cananita e della casa infestata riportata da Plinio il Giovane; altre, anteriori, come il mito di Prometeo e la sua punizione, il mito di Orfeo e Euridice con la loro discesa agli inferi; il mito di Licaone a cui si fa risalire il mito dei licantropi, altri riguardanti morti ridestati con l’intento di danneggiare i vivi, strigi, arpie, maegi, sirene e molto altro ancora non possono essere non menzionati, a mio modestissimo parere, come nucleo originario della letteratura dark fantasy.

Elementi che caratterizzano il genere.

Come menzionato nel paragrafo precedente, il dark fantasy è un genere letterario caratterizzato da una serie di elementi soprannaturali che rappresentano un pericolo o una verità cruda e ineluttabile per il protagonista di cui vengono narrate le gesta o per l’intera umanità.

I temi principali sui cui vengono intessute le trame narrative sono: la morte, la vita dopo la morte e l’aldilà, la difficoltà e durezza della vita, la coscienza e della vendetta, il soprannaturale manifesto o il divino oscuro manifesto, la disillusione, il compromesso, il male come strumento ultimo per operare il bene, la salvezza attraverso il sacrificio, il delirio e la follia che alterano la percezione della realtà donando l’abilità di scrutarla per quello che realmente è.  

Viene da sé che tematiche tanto cupe necessitano della presenza di un bestiario adeguato, composta da tutte quelle creature partorite dall’oscurità o che nell’oscurità trovano il loro potere. Streghe, vampiri, licantropi, spettri, esseri maledetti, esseri mostruosi, creature dell’immaginario antico o medievale, demoni, antiche divinità o dei sconosciuti e terrificanti, sono in maniera indiscutibili protagoniste secondarie di un dark fantasy degno di tale nome.

Non confondiamo Dark Fantasy con il Grimdark!

Errore comune è quello di confondere il Dark Fantasy con il suo sottogenere Grimdark, a causa della sottilissima linea che separa i due generi. Questa linea di demarcazione è tracciata dalla tipologia di protagonista: nel dark fatansy, anche se disilluso e propenso a compromessi, abbiamo comunque a che fare con un eroe – che non indietreggia difronte al pericolo, che combatte e compie imprese ben consapevole di dover arrivare al sacrificio di sé stesso per proteggere il bene altrui o comune, anche se si dimostra quasi sempre disilluso dalla vita e dall’umanità; nel grimdark, invece, abbiamo anti-eroi, che fanno dell’ambiguità, dell’egoismo, della brutalità e machiavellismo gli strumenti di punta per il raggiungimento dei propri scopi.

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Gianmario