Dark Fantasy: analisi del lato oscuro della narrativa del fantastico (pt2)

Autori, Stile e tematiche dei Dark Fantasy dalle origini ai nostri giorni.

Prima di inoltrarci nello stile e nelle tematiche del Dark Fantasy è bene fare un piccolo riepilogo generale – per i più esigenti qui trovate il link all’articolo introduttivo: Dark Fantasy: analisi del lato oscuro della narrativa del fantastico (pt1):

  • Ambientazione soprannaturale – orrorifico
  • Eroi pragmatici che non vanno tanto per il sottile, disillusi che non hanno un forte senso dell’onore e sono spesso animati dalla vendetta; resta comunque incapace di indietreggiare difronte al pericolo e che combatte e compie imprese ben consapevole di dover arrivare al sacrificio di sé stesso per proteggere il bene altrui o comune, anche se si dimostra quasi sempre disilluso dalla vita e dall’umanità
  • Male manifesto attraverso creature oscure oppure portato dalla componente oscura dell’uomo o da entità divine votate al caos e alla distruzione

Fatto questo rapido ripasso, che a prima visto potrebbe far confondere il dark fantasy con altri generi, è necessario attraversare il velo di questa oscura dea Maya per cogliere l’essenza stessa di questo genere oscuro.

Il primo attraversamento del velo coincide con il cambiamento profondo tra la morale della società a cavallo tra il XIX e XX secolo. Una modifica che può essere additata a molti fattori e che su tutti, secondo il mio modesto parere, spicca l’evoluzione scientifica culminata con la nascita della meccanica quantistica. Questa mia affermazione potrebbe farvi storcere il naso, lo so, eppure immedesimandovi nella mente di un ipotetico scrittore noterete che solo due strade possono aprirsi:

  • la prima è quella del totale rifiuto, in linea con l’ideologia romantica del periodo, che spinge il nostro ipotetico scrittore ad un atteggiamento irrazionale verso la realtà, dove l’immaginazione si nutre delle sensazioni indistinte, il fascino per il mistero e per l’ignoto, e che fanno del sentimento e della sensualità le armi migliori per contrastare la logica e la tecnologia sempre più preponderante nella società.
  • la seconda è quella di osservare con interesse l’innovazione tecnologica e misurarne le possibilità, fino a carpire in essa nuove forme di apertura verso frontiere ancora ignote eppure fondamentali per l’uomo del futuro; oppure, la possibilità che questa possa “aprire la vista” verso realtà intrinseche a quella tangibile ancora sconosciute, magari addirittura oscure e pericolose.

Seppur molto differenti tra loro, entrambe queste strade intraprendibili dal nostro ipotetico scrittore non possono sfuggire alle tematiche che l’uomo cerca di indagare sin dagli albori dei tempi: il mistero della vita e della morte, il divino benevolo e il divino malevolo, la natura e la sua influenza sull’Umanità e i suoi comportamenti, fino a spingersi ad una visione panteista della stessa Natura. Temi che ritroviamo in differenti sfumature dark anche all’interno della letteratura greca e romana, come ho già menzionato nel precedente articolo.

Non voglio sfociare in una trattazione filosofica, non posseggo che piccoli rudimenti insufficienti ad argomentare, ma è in questa duplice visione degli scrittori di quel periodo che ha avuto realmente origine molta della letteratura che ben conosciamo e diversi generi tra cui il nostro amato genere Dark Fantasy.

Autori come E.T.A. Hoffmann. Gertrude Bennett, E.A. Poe, A, Machen, G. Meyrink, H.P. Lovecraft, M. Peake, hanno gettato solide fondamenta nel mondo del fantastico poi sfociata nell’evoluzione “dark”. In tutti loro le due strade citate in precedenza sono fuse alla perfezione e i loro scritti, anche se con profonde differenze di stile ed eleganza, sono tutt’oggi di ispirazione per scrittori, sceneggiatori e registi. Antichi culti alieni e blasfemi, città dimenticate popolate da demoni, sangue nero e rilucente sotto la luce argentea della luna, maledizioni che divorano generazioni di nobili, l’orrenda morte e la resurrezione ancora più orrenda che essa può realizzare, castelli enormi come intere città, meccanismi che prendono vita e minacciano la vera “vita”, realtà accessibili con poteri psichici e tanto altro ancora il cui solo pensiero mi emoziona. Ma dobbiamo andare avanti…

Attraversamento del secondo velo: l’ombra e la paura.

Una delle componenti basilari per un dark fantasy degno di tale nome è l’ombra manifesta. Ombra da intendersi sia come “mondo” tormentato dal male e dal venefico che come manifestazione del riflesso dell’animo dei personaggi principali che si muovo all’interno di esso. Anche in questo attraversamento dobbiamo tener conto che la natura è sempre stata concepita dall’uomo come un organismo a sé stante, in grado sia di prendersi cura dell’uomo che di annientarlo in pochi istanti. Una divinità bivalente potentissima a cui l’uomo si ispira anche nell’atto di concepimento della tecnologia. Ma l’uomo non è perfetto, così come le sue opere, e ciò tramuta il vantaggio iniziale ottenuto in una catastrofe che gli si ritorce contro. Non c’è alcuna differenza tra la tecnologia creata a tavolino da quella animata dalla magia.

Gli eroi, i suoi compagni e l’antagonista, in questo genere letterario hanno piena consapevolezza della duplice essenza della Natura. Inoltre, concepiscono loro stessi come entità forgiate dalla realtà aspra e cinica che li circonda, sentendosi spinti a convertire la speranza nell’unica forza che conta: la sopravvivenza. Su di loro incombe l’ombra possente dell’ineluttabile morte e della necessità di uccidere per non perire a loro volta. Le loro gesta appaiono egoistiche, ma analizzandole nel profondo è possibile notare che il loro comportamento è perfettamente allineato alla legge naturale del più forte o del capobranco. L’ideale di un mondo migliore viene convertito nella necessità di vivere in un mondo in cui si convive con un male di entità minore di una minaccia catastrofica.

Attraversamento dell’ultimo velo: il potere del sangue

La simbologia del sangue e il suo potere magico è alla base di tutti i sistemi mistico-religiosi che hanno plasmato il pensiero dell’umanità nel corso dei millenni. Il solo pronunciare la frase “il potere del sangue” evoca nella nostra mente un indefinito sentimento composto da orrore inaccettabile e verità indiscutibile cha ha un retrogusto di ancestrale. Proprio per questo potere evocativo, il sangue viene utilizzato in letteratura per rafforzare il legame tra elementi come:

  • vita e morte
  • sacrificio e resurrezione
  • potere creativo – potere distruttivo

Le narrazioni cupe, per poter offrire al lettore uno spettro completo di emozioni, devono in maniera indiscutibile affidarsi a simboli e oggetti che ridestino la parte più antica presente nell’inconscio collettivo. Il sangue è da considerare il fulcro di questo gigantesco meccanismo di richiamo, capace di mutare il suo significato a seconda della controparte che lo ingloba o che viene inglobata dal simbolo stesso. Ad esempio: un personaggio sceglie di sacrificare sé stesso offrendo la propria vita (sangue) alla morte per salvarne altre; oppure, il sangue può essere visto come mezzo di riconoscimento, d’identità e di potere, una moneta per ottenere il controllo su altri esseri o sugli esseri umani stessi. Non esiste, infatti, una moneta più pregiata del sangue.

Ci sarebbe molto altro di cui discutere, altri veli più sottili da attraversare, ma ogni cosa va appresa e metabolizzata gradualmente. Presto pubblicherò la parte terza di questo lunghissimo articolo dedicato al Dark Fantasy, in cui vi parlerò delle mie saghe preferite.

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Gianmario